Prezzemolina [ATU 428]

Audio

Clasificación

Fecha de registro:
Referencia catalográfica: 1672n

Informantes

Recopiladores

Notas

Este registro ha sido editado en el marco del proyecto de I+D del Ministerio de Ciencia e Innovación “El corpus de la narrativa oral en la cuenca occidental del Mediterráneo: estudio comparativo y edición digital (CONOCOM)” (referencia: PID2021-122438NB-I00), financiado por la Agencia Estatal de Investigación (AEI) y el Fondo Europeo de Desarrollo Regional (FEDER).

Transcripción

Transcripción

C'era le fate, prima giravano le fate, a andà a cercà la limosina, alle case, passàano anche da noi, eh, passàan da una casa, ci aveano una bambina aveano, e s'innamorarono di questa bambina, e allora gli dissano a questa, alla su' mamma:

—Ci avet'a dà questa bambina, ci avet'a dà questa bambina, pe otto giorni la si vole, è tanto carina.

Eh, e gliela diede. Gliela diede, la portonno a casa, questa bambina era piccina, e gli comandonno tutto di fare:

—Noi dice si va via, 'nfino a mezzogiorno un si ritorna, e dev'èsse fatto tutto da mangiare, e pulire, tutto, rifà le camere, e ogni cosa—.

'Ta bambina 'minciò a piange, piange piange. 'Ntanto doppo un poìno, arrìa arriva un omino, dice:

—O che hai, mimma?

—Eh, m'hanno detto le fate facessi tutte queste cose io —dice— io un ne so fare.

—E te un te la pigliare, tra poìno vengo io gli disse tra poìno vengo io, tu vedrai si fanno tutte.

Allora piglia, dopo un pochetto, viene chesto[1], dice:

—Che t'hanno detto di fare?

—Eh, m'hanno detto di fare tutte cheste faccende, fà 'da mangiare, pulire, e io un ne so fare.

—Eh, tu vedrai —dice— e le fo io—.

Hm, e lui, viene lui, e gli venne ogni cosa fatto, e lui va via. Allora:

—Domani —dice— alla solit'ora io ritorno.

—Sì.

Allora arriva loro [le fate], picchia:

—Chi è?

—Siamo noi, apri.

Eh, e aprinno [entrarono] e lì c'era ogni cosa fatto, eh. La mattina dopo, per tre mattine, 'mattina dopo ritornonno via, e la solita, alla tal'ora, quest'omo ritorna. Eh, e gli rifà la solita, è bell'e tutto pronto; torna loro:

—Ha' fatto? dice.

—Sisì.

Passano, guardano, e fatto ogni cosa! Eh, la mattina dopo e fa uguale, e fa le solite faccende, viene questo e gli fa, eh, poi la mattina dopo, [le fate] dice:

—Senti —dice— ma guarda —dice— questa bambina le dissan fra sé la fa ogni cosa, ma come si fa. Si volea mangiare, ma un si pole. Sa' che si fa, la si manda dalla fata Morgana —dice— la fata Morgana dice lei la mangia dice eh a pigliagni una scatolina de' Be' Giullare.

—Hm, hm.

E tanto fece. Ora, questa bambina, gli dissano:

—Senti —dice— tu va' dalla fata Morgana, e ti fa' dare, tu gli ha' a dì "mi ci hanno mandato le fate, a pigliare la scatolina d'i' Be' Giullare —dice— perché s'ha bisogno" dice, eh, [...] dicenoi si va via —dice— poi alla tal'ora noi si ritorna.

E difatti ricapitò quest'omino, [la bambina] gli disse: “Quest'e questo...” e [lui] gli disse:

—Senti[2], te tu troverai du' porte —dice— che si battan l'una coll'attra —dice— dall'alido, te le unterai e ti fanno passare, poi tu vai là da lei, c'è una fila di scale, a mezze scale —dice— c'è una scatolina te la pigli e via. Tu la boci, ma te poi pigli la scatolina e via, perché lei —dice— è a rotassi 'denti —dice— pe mangiatti, se ti chiappa...—.

Eh, allora questo qui dice... e, questa bambina, poi viene questo, glielo racconta, gli fa i' racconto, allora gli dice così:

—Te tu fai questo qui, questo qui... allora —dice— lei poi quando la passa la chiudano, a queste porte lei rimane lì, allora te tu po' fà i' tu comodo, tu ritorni a casa...—.

Eh, e tanto fece. Va là, queste du' porte si batteano l'un' co l'attra, e ora lei piglia, questo qui l'avea dato una scatolina co un poìno d'unto, e l'untò, e la fecian passare.

—Va' vai, poi, quande... [...]—dice— all'in qua gli disseno queste porte, dice tu passerai —dice— ma lei —dice— quande sarà qui —dice— lei un si fa passare gli dissano gli dissano a questa qui, queste porte, e tanto... fanno.

E la chiama, e [la Fata Morgana] dice:

—Chi è?

—So' Prezzemolina, so' venuta a piglià la scatolina d'i' Be' Giullare dice, e la chiama—.

Aspettami eh nini, te la dò, aspetta.

Lei la vede questa scatolina su pe le scale, prende 'esta scatolina e via, e lei dietro:

—Porticine, chiappatimi codesta bambina, chiappatimi codesta bambina!

—Va' vai gli dissano piccinina mia, tu ci ha' dato l'unto, tu ci ha' dato l'unto, che siamo potut'aprire e chiude, quando passa lei dice riposati dice costà, quando passa lei e ci si rinchiude.

Eh, e tanto fece. Arìa a passà lei, loro, lei la passa, e lei la rimasse lì. Ora, questa bambina, pe la strada, e la vorse... la sturò questa scatolina, la sturò questa scatolina e gli volò via, tutti... dice... parean farfalle, tutti animalini, tutti pe la tera! questa bambina, cheddì, ora come fa, dice:

—Che gli porto, la scatola vò... la cominciò a piange, capito come fo, ora come fo, come fo!.

Allora intanto ricapita quest'omino, e gli diss'i' fatto, gli raccontò di questa scatolina, dice:

—Ho aperto questa scatolina, e m'è andato via ogni cosa.

Eh: —Aspetta 'spetta dice e si rimettano noi—.

Hm, e difatti, battettano la mazzettina fatata 'n tera e gli venze tutte su, l'aprì la scatolina, la messe lì, e ritornonno tutt'a posto, ritornonno. E prese questa scatolina e via. Hm, e va a casa. Eh, va a casa, arriva loro [le fate], feciano:

—Se' stata?

—Sisì, l'ho bell'e pòrta[3].

—Oh sicché loro le rimassano maleMadonna dice ha' visto, come... che si studia, come si studia, come si studia! Ora sa' che si fa dice si va via dice gli si fa mette un paiolo d'acqua ai' foco, quando la bolle, poi quande si torna...—.

Hm, e gli dissano:

—Allora, noi, senti, noi si ritorna via, te fa' bollì quest'acqua, fa' bollì, quande si torna —dice— e s'ha di bisogno.

Hm, cheddì, 'sta bambina di già un pòo si dubitava[4], eh, e [al sentirsi dire di] fà questo qui, ora questa bambina ricominciò a piange. E alla solit'ora ritorna questo qui, e gli disse:

—Sì, m'hanno detto le fate —dice— di... facessi bollì quest'acqua —dice— quande l'arrian a casa e n'hanno bisogno —dice— Eh —dice— tu vedrai me le mi ci buttan di certo.

Hm, dice lui:

—Eh —dice— lascia fare, sa' icché si fa, quande loro le vengano 'n casa e ti chiamano lì alla caldaia, e tu pigli... e ti chiaman lì... e io mi sto nascosto —dice— se ne chiappa una per uno e ci si buttan dentro loro.

Eh, e tanto feciano. Arrìan a casa, arriano, eh:

—E' pronta quest'acqua?

—Sisì.

—O vieni qua gli dissano no e è pe...guardà se bolle l'acqua eh—.

E allora e vanno lì vicino alla cardaia, scappa quest'omo, te le chiappa e te le 'nfila dentro. E costì, e ci rimassan loro. E lei rimasse fòri. E si presano con questo... citto, e restò co lui.

 

¶ 

 

Versión en italiano estándar

C'erano le fate, prima passavano le fate, a cercare l'elemosina, di casa in casa, passavano anche da noi. Passavano da una casa dove c'era una bambina. E s'innamorarono di questa bambina. Allora dissero as sua madre:

—Ci­ dovete dare questa bambina, ci dovete dare questa bambina, la teniamo otto giorno, è tanto carina.

E la mamma gliela dette. Questa bambina era piccina, le fate la portarono a casa e le ordinarono:

—Noi usciamo, fino a mezzogiorno non torneremo. E per allora devi aver preparato da mangiare, pulito, riassettare le camere, e ogni cosa—.

Questa bambina cominciò a piangere, piangi piangi. Dopo un po' arriva un omino, che si chiamava Memè, dice:

—Che hai bambina?

—Eh, mi hanno detto, le fate, di fare tutte queste cose, e io non le so fare.

—Non te la prendere, tra un po' vengo io e vedrai faremo tutto—.

Dopo un po' ritorna questo, e dice:

—Cosa ti hanno detto di fare?

—Mi hanno detto di fare tutte queste faccende, far da mangiare, pulire, e io non lo so fare.

—Vedrai, le faccio io per te.

E a lui tutte le faccende diventarono già fatte, e se ne andò:

—Domani, alla stessa ora, ritorno.

—Sì.

Rientrano le fate, bussano:

—Chi è?

—Siamo noi, apri.

E entrarono: tutto era stato fatto. Le fate uscirono la mattina dopo, e via per tre mattine di seguito, e ogni volta succedeva la stessa cosa: alla stessa ora torna Memè. Rifà come prima, e lascia tutto già pronto. Le fate rientrano:

—Hai fatto tutto?

—Sì, sì.

Passano, guardano: ed ogni cosa è stata fatta. La mattina dopo, le ordinano di fare le stese faccende, torna Memé e gliele fa. E il giorno dopo ancora:

—Senti dice una all'altra ma guarda questa bambina: fa ogni cosa. Noi la volevamo mangiare, nel caso non ci fosse riuscita, ma così non possiamo farlo. Sai che facciamo: la mandiamo dalla Fata morgana, a prendere la scatolina del Bel Giullare, vedrai che la fata Morgana la mangerà.

—Hm hm.

E così fecero. Dissero a questa bambina:

—Senti, vai dalla fata Morgana, e fatti dare... dille così: "Mi mandano le fate a prendere la scatolina del Bel Giullare, perché nehanno bisogno". Noi usciamo, e torneremo alla tale ora.

Uscite loro, ritornò l'omino, e la bambina gli raccontò tutto. E lui le disse:

—Senti, troverai due porte, che sbattono l'una con l'altra dalla ruggine, tu le ungerai e ti faranno passare. Poi vai dalla fata Morgana, c'è una rampa di scale, a metà c'è la scatolina, tu la prenderai e via. Chiamala, la fata, ma poi prendi la scatola e via, perché lei andrà ad arrotarsi i denti per mangiarti, se riesce a prenderti...—.

E Memé le spiega per bene cosa deve fare:

—Tu fai tutto questo per bene, quando poi la fata Morgana arriverà alle due porte, queste sichiuderanno e lei resterà lì. Tu allora potrai tornare a casa tranquillamente.

E così fece. Prezzemolina va là, c'era queste due porte che sbattevano l'una con l'altra. Memè le aveva dato una scatolina con un po' d'unto, le unse e la fecero passare.

—Vai, vai, poi quando tornerai in qua ti lasceremo ripassare, ma lei non la faremo passare le dissero queste porte.

E Prezzemolina chiama la Fata Morgana.

—Chi è?

—Sono Prezzemolina, son venuta a prendere la scatolina del Bel Giullare

—Aspettami, te la dò, aspettami.

Ma lei vede lascatolina, a metà scale, la prende e via, e la fata Morgana le va dietro:

—Porticine, prendetemi codesta bambina, prendetemi codesta bambina!

—Vai, vai le dissero le porte piccinina mia, tu ci hai dato l'unto, che ci siamo potute aprire e chiudere. Quando passa lei, riposati pure: la rinchiuderemo.

E così fecero. Arrivate lì, lei passò e la fata restò al di là. E questa bambina, per la strada di casa, aprì questa scatolina, e ne volarono via tanti animalini, parevano farfalle, tutti in terra. Questa bambina, come avrebbe fatto!

—Come faccio a portare a casa la scatola vuota? Come faccio, ora come faccio—.

Allora riecco l'omino, lei gli raccontò il fatto e gli disse della scatolina:

—L'ho aperta e mi è sfuggito ogni cosa.

—Aspetta, ora ce li rimettiamo noi.

Aprirono la scatolina, batterono la mazzettina fatata in terra e tutti quegli animalini tornarono al loro posto. E via, a casa. Una volta a casa, arrivarono le fate.

—Ci sei andata?

—Sì, sì, l'hogià portata.

—Oh! ci rimasero male Madonna, hai visto! Come possiamo fare, come possiamo fare. Sai che facciao: usciamo, le facciamo mettere un paiolo di acqua sul fuoco, che cominci a bollire, quando rientriamo...—.

E dissero a Prezzemolina: —Allora noi torniamo fuori. Tu fai bollire quest'acqua, ne abbiamo bisogno quando rientriamo—.

Questa bambina sospettava già qualcosa, e al sentirsi ordinare di far questo, cominciò a piangere. Alla solita ora di sempre ritorna Memè, e lei gli disse:

—Sì, le fate mi hanno detto di far bollire l'acqua, che ne hanno bisogno quando rientreranno in casa. Vedrai, che vorranno buttarci me, certamente.

Dice lui: —Lasciale fare, sai cosa facciamo: io mi nascondo, quando loro entrano in casa, e ti chiamano vicino alla caldaia, ne prendiamo una per ciascuno, e ci buttiamo loro, nell'acqua.

E così fecero. Arrivano le fate:

—E' pronta quest'acqua?

—Sì, sì.

—O vieni qua, vieni a guardare se l'acqua bolle—.

Si avvicinano alla caldaia, esce quest'uomo e le getta dentro. Nell'acqua ci finirono le fate, e lei rimase salva. Poi si sposarono, lei e questo giovane, e rimase insieme a lui.

 

 

[1] Questo.

[2]"Senti, troverai due porte, che sbattono l'una con l'altra dalla ruggine, tu le ungerai e ti faranno passare. Poi vai dalla fata Morgana, c'è una rampa di scale, a metà c'è la scatolina, tu la prenderai e via. Chiama la fata, ma poi non aspettarla, prendi la scatola e via, perché lei andrà ad arrotarsi i denti per mangiarti, se riesce a prenderti..."

E Memé le spiega per bene cosa deve fare: "Tu fai tutto questo per bene, quando poi la fata Morgana arriverà alle due porte, queste sichiuderanno e lei resterà lì. Tu allora potrai tornare a casa tranquillamente". E così fece. Prezzemolina va là, c'era queste due porte che sbattevano l'una con l'altra. Memè le aveva dato una scatolina con un po' d'unto, le unse e la fecero passare. "Vai vai, poi quando tornerai in qua ti lasceremo ripassare, ma lei non la faremo passare" le dissero queste porte.

E Prezzemolina chiama la Fata Morgana. "Chi è?", "Sono Prezzemolina, son venuta a prendere la scatolina del Bel Giullare", "Aspettami, te la dò, aspettami". Ma lei vede lascatolina, a metà scale, la prende e via, e la fata Morgana le va dietro: "Porticine, prendetemi codesta bambina, prendetemi codesta bambina!", "Vai vai -le dissero le porte- piccinina mia, tu ci hai dato l'unto, che ci siamo potute aprire e chiudere. Quando passa lei, riposati pure: la rinchiuderemo". E così fecero. Arrivate lì, lei passò e la fata restò al di là.

[3] Portata.

[4] Si era insospettita.

Resumen de ATU 428

See Type 425B. [Para ATU 428, véase ATU 425B]

¶                    

 

ATU 425B

Son of the Witch (previously The Disenchanted Husband: the Witch's Tasks). (Cupid and Psyche). (Including the previous Types 425J, 425N, and 428). This type combines various introductory episodes with a common main part. Cf. Type 425A.

Introductory episodes:

A young woman marries a supernatural bridegroom:

(1) She is given to her bridegroom because of a present that she has asked her father to bring back from a journey [S228].

(2) The bridegroom performs a set of difficult tasks.

(3) She pulls up an herb and discovers the bridegroom's subterranean castle (a wind carries her there).

(4) She finds him in another way.

The bridegroom is the son of a witch (ogress) or he is (during the day) an animal [D621.1].

Main part:

The young woman breaks the bridegroom's prohibition (cf. Type 425A), and he goes away [C932]. (Before he leaves, he gives her a token, e.g. ring, feather.) (In iron shoes) she sets out to find him [H1385.4, H1125].

The bride comes to the house of her bridegroom's mother, a witch, who swears by her son's name not to devour her. The witch imposes difficult tasks on the young woman, which she performs (with the help of her bridegroom): to sort a large quantity of grain [H1122], to fill mattresses with the feathers of all kinds of birds, to wash the black wool white and the white black [H1023.6, cf. Type 1183], to sweep a house but leave it unswept [H1066], etc. In some variants she enchants (three) suitors and makes them fight (part of previous Type 425N). Cf. Types 313, 875.

The young woman is sent on a dangerous journey to bring a casket from the sister of the witch. Having passed obstacles (with the advice from her bridegroom) and obtained the casket, she is forbidden to open it. (Cf. Types 408, 480). When the bride acts against the prohibition, her husband helps her.

At the wedding of the bridegroom and the witch's daughter, the young woman has to hold ten burning candles (torches). Her bridegroom saves her from being burned.

The young woman remarries her bridegroom, or both escape by a magic (transformation) flight [D671, D672].

In some variants a female demon (witch) demands that a young woman accomplish impossible tasks [G204, H1010, H931]. Among other things, the girl has to bring a letter to another demon telling her to kill the girl [K978] (cf. Type 930). A wolf helps the girl to escape the danger [B435.3]. As a reward, the wolf is disenchanted. He turns to a prince [Dl13.1] and marries the young woman. (Previously Type 428). (Uther, 2004: I, 250-250).

[Hijo de la bruja (anteriormente El marido desencantado: las tareas de la bruja). (Cupido y Psique). (Incluyendo los anteriores Tipos 425J, 425N y 428). Este tipo combina varios episodios introductorios con una parte principal común. Cf. Tipo 425A.

Episodios introductorios:

Una joven se casa con un novio supernatural.

(1) Ella es entregada a su novio debido a que le había pedido a su padre que le trajera un regalo a la vuelta de su viaje [S228].

(2) El novio lleva a cabo una serie de difíciles tareas.

(3) Ella saca una hierba y descubre el castillo subterráneo del novio (un viento la lleva allí).

(4) Ella lo encuentra de otra forma.

El marido es el hijo de una bruja (ogra) o es (durante el día) un animal [D621.1].

Parte principal:

La joven rompe la prohibición del novio (cf. Tipo 425A), y este se marcha [C932]. (Antes de irse, le da un objeto simbólico p.e.: un anillo, una pluma). Ella se dispone a encontrarlo (con zapatos de hierro) [H1385.4, H1125].

La novia llega a la casa de la madre de su esposo, una bruja, que jura por el nombre de su hijo que no la devorará. La bruja le impone a la joven tareas difíciles, las cuales ella realiza (con la ayuda del novio): clasificar una gran cantidad de grano [H1122], llenar colchones con plumas de toda clase de aves, lavar la lana negra blanca y la blanca negra [H1023.6, cf. Tipo 1183], barrer una casa, pero dejarla sin barrer [H1066], etc. En algunas variantes, encanta a (tres) pretendientes y los hace pelear (parte del anterior Tipo 425N). Cf. Tipos 313, 875.

Envían a la joven a un peligroso viaje para traer un ataúd para la hermana de la bruja. Habiendo pasado obstáculos (con el consejo de su novio) y obtenido el ataúd, tiene prohibido abrirlo. (Cf. Tipos 408, 480). Cuando la novia actúa en contra de la prohibición, su marido la ayuda.

En la boda del novio y la hija de la bruja, la joven tiene que sostener diez velas (antorchas) encendidas. Su novio la salva de ser quemada.

La joven se vuelve a casar con su novio, o bien ambos escapan por un vuelo mágico (transformación) [D671, D672].

En algunas variantes, una mujer demonio (bruja) exige que una joven realice tareas imposibles [G204, H1010, H931]. Entre otras cosas, la niña tiene que traerle una carta a otro demonio diciéndole que mate a la chica [K978] (cf. Tipo 930). Un lobo ayuda a la niña a escapar del peligro [B435.3]. Como recompensa, el lobo es desencantado. Se convierte en un príncipe [Dl13.1] y se casa con la joven. (Previamente Tipo 428). (Traducción de Laura Moreno Gámez)]